BABA

Di Vera Tanto

Ieri erano tanti certi che la Società lo volesse vedere, tutti lo percepivano come un corpo estraneo a Sousa… oggi dobbiamo dirlo è determinante… mi ci metto anche io tra quelli che de an gara ammenda…

Faccian d’eco!

di Vera Tanto

Se è vero che il grido di corvino era poco più di un sussurro l’eco di risposta tra Sabatini e  Spalletti fa capire che lo sprofondo rischia di essere tale che il cascatore fatichi a risalire.

Quando due uomini d’esperienza si affrettano a difendere così a spada tratta è perché si rischia che il caso diventi Caso… ricordate Olivera?

Però Olivera, mi vien daddire, tuffatore lo era!

Non ha la classe di Olivera, ma pure Dzeco inventa quel rigore che non c’era…

Di Badelj fioretto e Sanchez scimitarra

di RiDotto

Poco meno di 10 minuti dalla conclusione della contesa e oltre il limite di gesso dell’area Milan Badelj appetto alla porta calcia potente d’incontro e vincola la palla ad una traiettoria tesa lungo l’erba. Kalinic posizionato in fuorigioco ne asseconda il corso scansandola divaricandosi finché giunta al palo avversario rimbalza in rete. Goal convalidato che nessuno dei romanisti avversari della Fiorentina nell’immediato protesta viziato. Goal che assegna il successo alla Fiorentina, tre punti e una spinta vigorosa per un atteso rilancio, anche se il risultato premia oltre i meriti la squadra viola. Ben altro i romanisti avevano reclamato quando Tomovic e Dzeko in area viola in abbraccio anaffettivo precipitavano stesi. Non siamo all’Olimpico e arbitra Rizzoli che valutava corretto l’intervento del serbo e insormontabile il gigante romanista. 

La gara tutt’altro che avvincente è disputata da entrambi i contendenti con ritmo forsennato che cagiona errori tecnici reiterati. Il comparto arretrato ben avversa la pressione ostile e se pur con affanno Tatarusanu, Gonzalo Rodriguez e Astori prestano opposizione efficace. Milic che Sousa predilige a Maximiliano Oliveira carente in quella fase, li assiste nell’arginare l’incursioni rapide di Salah ma pregiudicando così l’afflusso del giuoco che l’uruguagio produrrebbe e che il croato pur volenteroso invece dissipa.

Ma su tutti si erge l’atro taurino Sanchez, potenza ubiqua predominante. Non vanta solo dinamismo che perpetua nel decorso di tutto il tempo di giuoco; ma anche e soprattutto si svela sagace mobilitandosi dove l’azione si sviluppa e presentendone gli esiti guadagna puntuale la posizione e soccorre il compagno offrendosi per il disimpegno. Affermo che la cosiddetta visione di giuoco può esser appannaggio dello spettatore sugli spalti, in campo è solo pregio la pre-visione di giuoco ed è risorsa dell’irsuto colombiano. Arduo adesso prevedere la formazione titolare priva della sua presenza.

Infine conforta osservare l’abbraccio unanime e collettivo di tutta la squadra alla scadere del tempo. Forse gesto che denuncia il sollievo da tensioni acute accumulate e forse coesione sentimentale di tutto l’organico.  Nell’un caso come nell’altro è di buon auspicio.

Eleganza

di Vera Tanto

Distinguo tra il brutto anatroccolo Caressa ed il bel cigno Sousa.

Caressa al termine dell’intervista su Sky chiede a Sousa di mostrare o spiegare cosa fosse la collana appena visibile.

Sotto la camicia aperta del portoghese si intravedeva infatti una particolare collanna dalla foggia insolita.

Caressa da gossipparo cerca di sapere qualcosa.

Secca ed elegante la risposta di Sousa: in sostanza sono fatti suoi…

Chissà se avevano ragione i Greci classici il bello sta col Buono il brutto col Cattivo… a pensare a Caressa… ci azzeccarono.

 

Prizio il prezzo del niente

Portando poco fa (sabato 17.09 intorno alle 14) il cane ascoltavo divertito le radio locali sofisticare la conferenza stampa di Sousa…

Prima su LadyRadio e poi il mitico Pentasport traslocato su Radio Bruno.

Bene si parte con l’acume giornalistico di Tenerani che domanda all’uomo del concetto di  emosionale, se è più importante vincere per i tre punti o per l’autostima… mi è sembrato che Paulo, che acuto invece lo è anche senza aver studiato giornalismo, abbia quasi esitato, intristito… per poi rispondere con il niente (come solitamente di proposito)… gli si può dar torto…???

Poi due altre belle perle del nostro Marione…

la prima quando dice al collega… “da buon cronista quale sei, ti sei accorto anche tu che…”, come dire  io mi sono  accorto di sta cosa , te ho l’hai vista e sei bravo come me…. o sei stronzo…

la seconda perla parte dal solito elogiativo richiamo al passato, la gavetta del giornalismo… sempre rivolto ai colleghi… “voi che avete esperienza come me, più di me ne avete viste…”… porca miseria se ne hanno viste questi qui… da bravi giornalisti sempre documentati, sempre pronti, umili ma sul pezzo, della scuola dei Brera… ma che dico di Salvemini, Gramsci, Einaudi, Fallaci, Montanelli (qualcosa di Sapegno)…

peccato poi chiosi candidamente che della Roma in europa league non ha visto niente, ne una sintesi, ne un filmato, nemmeno gli highlights dei solo gol… e allora che parli della Roma… ma forse si fa riferimento ad un’opera di giornalismo differente ispirata alla Rowling? Questo spiega molto!

Ma l’oscar lo vince il Prizio sul Pentasport.

In realtà parte bene quando dice “ormai Totti ha quasi la mia età…” ciò dice dopo però mi fa credere che probabilmente non era una battuta, lui lo pensa davvero che Totti invecchiando lo raggiunga…

Insomma dice che Totti a 40 anni deve smettere.E si goda la vita cacchio (almeno non usa l’odiato romanesco godesse).

I colleghi di radio cercano di correggerlo  “ma guarda che domenica ha fatto vincere la Roma…”provano anche ad addolcire il tutto con un assist “forse non dovrebbe pretendere proprio di giocare sempre…”

Ma lui non coglie e insiste “va beh… battere il rigore decisivo al 90esimo” (tra l’altro comunque ci sono casi di campioni meno attempati che li sbagliano)…

E qui gli altri si indignano e spiegano al fenomeno Prizio che si è inventato assist a go-go ed ha messo cinque volte l’uomo davanti al portiere…

Non cede e ci prova sull’ingaggio… tenere un vecchio con ingaggio alto… ma di nuovi i compagni di studio, ora incattiviti, gli spiegano che dovrebbe averlo tagliato dell’80%…

Ma ti pagano Prizio per stare lì a dire minchiate, che uno scade come il latte? A giudicare senza aver guardato…? Do due numeri così letti or ora su Transfermarkt… l’anno scorso  ha giocato circa 400 minuti per 15 presenze 5 gol e 4 assist…

Chiudo sempre con Prizio… non poteva mancare l’attacco alla Società… stavolta rappresentata da… udite udite… Paulo Sousa… (ora ne fa parte anche lui)

Spiega che una società con gli attributi l’affaire Bernardeschi avrebbe avuto il coraggio di denunciarlo nella sala stampa del Franchi, davanti a tutti i giornalisti… mica lontano in Grecia… ma questa società, lo sapete,  inevitabilmente tram davanti ai giornalisti di Firenze… Paura…

UPaok calmo, ma non troppo

di RiDotto

A Salonicco contro I locali del Paok, esordio nella competizione europea, conquista sconsolata dell’ultimo campionato disulluse ambizioni di rango, Sousa consolida tre difensori in protezione estrema ma innestando Salcedo, slarga Tomovic e Oliveira laterali mobili e  delegati ad alimentare la manovra ordita da Badelj, Borja Valero e Ilicic  per Kalinic e Babacar risoluturi.

Salcedo, novizio, presto si distingue: debutto emotivamente imperturbato lucidissimo; puntuale e immacolato in ogni intervento mai in vizio d’affanno. Fa già ben presagire.

Vantando come risorsa preponderente l’animato incitamento dagli spalti piuttosto che le prerogative tecniche è labile l’attendibilità del Paok per dedurre incontrovertibili progressi di status atletico e di fludità di gioco della viola. Posta la premessa dello spicciolo valore  dell’avversario la Fiorentina è apparsa più resoluta nel piglio rispetto alle precedenti dispute.

Su tutti il ridestato Babacar, miracolato non solo nella volontà in esubero d’impeto ma, come a lui è lecito reclamare, l’irrompere tempestivo a saldo dell’azione offensiva; infatti si coordina per un collo sinistro al volo su traversone teso da Oliveira, infine forse maldestramente calcia ancora di destro risolvendo una manovra confusa, sulla corsa col sinistro prolunga ammortizata sul palo opposto distante un’intuizione euclidea concepita da Badelj che affatica il portiere ad opporsi. Fosse stato intenzionale sarebbe da prosternarsi.

Pur non dominando la squadra spia forse progressi in condizione ed in organico. Resta prematuro il giudizio definitivo che potrà maturare già Domenica.

Cognigni e il perchè quando i conti non tornano i giornalisti si perdono

“Il saldo è stato positivo per appena 800mila euro. Incassi per 27milioni e 300mila euro a fronte di spese da 26,5 milioni, compresi gli obblighi di riscatto per i vari Cristoforo, Maxi Olivera e non solo. Tutti dati ufficiali che ritroverete nel prossimo bilancio.”

Il virgolettato viene da violanews.com. Parole (e musica) di Mario Cognigni.

Differentemente dai giornalai de NoAntri, faccio fatica a credere che in Fiorentina ci siano dei “raccattati” superficiali e faciloni, come ce li dipingono i vari opinionisti radio-web viola.

Io credo che siano persone capaci ed attente, magari che non vogliono essere accondiscendenti verso i Tifosi (e non che non sappiano comunicare, ma che non vogllaino farlo).

Mi chiedo quindi quale sia la strategia della Dirigenza della Fiorentina  quando esce con esternazioni, inappropriate e storpiate come quelle di oggi di Cognigni. Dice che vuole trasparenza ma ne da immediatemente prova contraria.

Non vi annoio ma dire che il bilancio del mercato è positivo di appena 800 mila euro mi sembra una vaccata.

Di quale valore ci parla? Dei giocatori in entrata ed uscita obbligati? Un valore sparato senza dettaglio, ad esempio nei 26milioni e spicci di spese, se mi tiri dentro Cristoforo (che paghi obbligatoriamente il prossimo anno) mi hai tolto Astori che era obbligatorio già dal mercato prima? No? Si? chi lo sa?

Ma sopratutto che minchia di valore è? Cosa me ne faccio?

Non ci vuole un genio della finanza per dire che una analisi del genere non serve a niente, ne a capire se ci possono essere ulteriori investimenti o no. Senza considerare la mancanza di indicazione sugli gli impatti economici. Fumo.

Fumo anche la dichiarazione di Toledo riscatto a 30 milioni, ma di che si parla? Che operazione è, uno sconosciuto che, se si dimostra un poco bravino, sei costretto a strapagare, ma se si dimostra fortissimo finisce che non ti puoi permettere (perchè 30 milioni li mettiamo se dimostra di valerne molti di più)?

Mi sbaglio, è invece una operazione sensata: ci spieghi come e perchè.

Altrimenti è fumo.

Fumo, fumo, fumo: ma per nascondere cosa?

Non è che alla fine, inconsapevolmente, la ragione l’hanno i pecoroni violenti anti Della Valle-a-prescindere, e lo stronzo sono io?

 

L’acqua leva l’imbarazzo?

di RiDotto

Oscar Wilde (e genuflettiamoci tutti quanti deferenti) la definiva “la prova  del cucchiaino”: pochi brani di testo per sancire la qualità dell’opera. Poco meno di mezz’ora sono un decorso esauriente per stimare la prestazione della Fiorentina a Marassi? Forse! Ma non si può trascurare che di quei minuti poco meno della metà sono stati disputati esposti ad un diluvio biblico e sbracciando ancor più che scalciando in un guazzo melmoso. Ma se oltre alla gara si dovrà procastinare ogni giudizio, nessuno revoca in dubbio provvidenziale il rinvio che quel profluvio torrenziale ha costretto. Fin da allora l’organico viola è parso vulnerabilissimo nelle posteriora. I genoani  in frenesia agonistica premovono con con inesausto vigore financo spronati dall’allenatore Ivan Juric, che incurante degli scrosci, eretto lungo la linea del gesso ne fomentava l’aggressività.

Confusa e convulsa la reazione viola o intorpidita e fiacca. Nei pochi minuti giocati mai una manovra coordinata dispiegata con corretta successione di scambi. Ancora isolato Kalinic, proiezione offensiva più avanzata della squadra fino ad esserne svèlto apparso come estromesso dal resto della compagine. Sarebbe ingeneroso salutare l’esordio di Maximiliano Olivera con un  giudizio: troppo pochi davvero i suoi minuti giocati e quindi è legittimo concedere a lui quella fiducia reclamata dall acquirente.

Pochi giorni ancora e lungo il tragitto che da Salonicco condurrà al Franchi contro una Roma nevrotica e spalleggiata si svelerà lo stato di salute di questa squadra. A presto allora!

Dell’Alonso perduto, che’ scarpari odiosi alienano e la Curva li ghermisce, e se l’altre non ridono, il Salentin ruggisce.

di RiDotto

Sferragliava ancora il catenaccio a sancire la chiusura del mercato che già si estenuavano polpastrelli e tastiere per rovesciare biasimo indignato e riversare querule commiserazioni su ogni rete, canale e scolo.

Chi vanta libere opinioni le pullula già di pregiudizi: tutti i titolari dell’ultima stagione sono tutt’ora tesserati dell’ ACF Fiorentina. Si concederà almeno che questo decorso estivo di compravendite non ha irreparabilmente svilito quell’organico che ha disputato l’ultimo campionato. Nè al proposito si potrà obiettare la cessione di Alonso: provvidenziale piuttosto che solerti e spediti si sia stipulata, registrata e  incassata per debellare il rischio di venir poi inquisiti per circonvenzione d’incapace.

Se non si è immemori alzi la mano chi alla fine del mercato dell’anno scorso accolse euforicamente l’acquisto di Kalinic oggi preteso (legittimamente) incedibile? Chi l’anno scorso nutriva incrollabile fiducia sulle future prestazioni di Astori? Eppure anche allora scetticismo e dubbio covavano tra gli umori e i malumori del pubblico.

Inoltre, fatta eccezione per l’Antagonista (che chi scrive mai nomina) che pare, provvidenza non voglia, già abbia assassinato il campionato in culla, quale altra squadra si è potenziata in misura tale da alterare gli equilibri dei valori dello scorso campionato? 

Il Napoli ha liquidato (lucrosissimamente) 36 goal, cedendo quel centraventre d’adipe, pipita d’oro a peso; la Roma si è arresa ad abbandonare il suo elemento più dotato e così la Lazio. Il Milan si dibatte in una crisi che ancora lo assilla e il presunto ma già onerosissimo rafforzamento dell’Inter finora non si è convertito in punti e classifica.

Non resta allora che constatare l’insofferenza avversa alla proprietà che alligna tra la tifoseria e che si diffonde contagiosa, e altrettanto constatare che gli scarpari di Casette d’Ete anche a dispetto del loro operato quei sentimenti ostili alimentano pervicacemente perpretando il loro atteggiamento di indifferenza se non di sprezzo installandosi ben al di quà del principio di piacere per parafrasare Freud.

Quelli sbracciano e inveiscono questi irremovibili proclamano per bocca dell’intransigente Cognigni “hic manebimus optime”; sebbene occorra immaginazione alterata  da potente allucinogeno per raffigurarsi il contabile marchigiano pronunciarsi in latino.

Venuto a sapere che la “Curva Fiesole” ha diramato un comunicato stampa per dichiararsi sulla politica societaria ancora mi chiedo se non fosse stato più congeniale per quanto anacronistico ricorrere  un volantino depositato in una cabina telefonica e magari titolato “Risoluzione Strategica 01 16/17” adottando l’antica prassi rivoluzionaria. Se è vero che il medium è il messaggio (ed è vero!), il comunicato stampa è semmai materia da Consiglio di Quartiere, da agenzia interinale, da ordine professionale. Dal passamantagna a passacarte, dal tamburo al timbro, da Ultrà a travet. Cori! Striscioni! Coreografie! La Curva si riappropi della sua lingua: la Curva!

 Chiunque non abbia assistito alla registrazione della conferenza stampa del Direttore Generale Corvino si affretti a recuperarla. Quella suddetta (denigratoriamente) conferenza stampa è culmine di grande teatro. Attenzione!!! Chi scrive lo afferma con cristallina convinzione: non c’è autore contemporaneo che possa rivaleggiare col salentino che qui si innalza apicale fin alla scrittura di scena teorizzata da Artaud! Disarticolando la sintassi, sradicando la parola parlata dal sistema della lingua in un empito incontenibile stravolge ogni convenzione istituita. Trascina gli interlocutori destituendoli dal loro ruolo e trasformandoli in suoi comprimari. Si osservi quando si sofferma sul cosìdetto “Fairplay Finanziario” decostruendolo definitivamente(finalmente!!!) e ancora quando duetta e rilutta con Mario Tenerani della Crusca pervicace assertore del normato periodare e quindi suo antagonista naturale. Mercante levantino, callido e sapiente negoziatore, spesso dotato di facoltà rabdomantiche per rinvenir talentati gli si tributi quest’ ultimo titolo: genio!